La Zinzulusa e le altre Grotte

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La facciata d’ingresso alla Grotta Zinzulusa. Shaw [GFDL or CC-BY-SA-3.0-2.5-2.0-1.0], from Wikimedia Commons.

Tutto il territorio sotterraneo di Santa Cesarea terme e dintorni fino a Castro è interessato di importanti fenomeni carsici che hanno da sempre caratterizzato la costa e che ha fatto sì che molti anfratti marini e molte grotte si formassero e si conservassero attraverso i secoli fino ai giorni nostri.

Proprio le terme, ad esempio, esistono grazie alla presenza di quattro grotte, al cui interno sgorgano sorgenti di acque ricche di minerali sulfurei che conferiscono loro quegli aspetti curativi per cui vengono sfruttate. Ciascuna grotta ha un proprio nome, e si tratta in ordine delle grotte Fetida, Sulfurea, Gattulla e Solfatara. Come è ben evidente, anche il nome di queste grotte sta ad indicare i loro aspetti maggiormente caratterizzanti. In particolare, è lo zolfo l’elemento tipico della composizione delle acque interne. Questo stesso fatto ha fatto diffondere leggende e fiabe, come quella che vuole il padre di Cesarea, la santa Patrona del paese, cadere e affogare in acqua nei pressi di queste grotte nel tentativo di raggiungerla, dando loro le proprietà sulfuree perché come è noto lo zolfo è uno dei simboli della malvagità del diavolo e dunque, cadendo, la malvagità dell’uomo si disciolse nelle acque, rendendole però comunque pure grazie al sacrificio di Cesaria e dunque benefiche. È evidente che la tradizione popolare, dunque, già da secoli sapeva delle proprietà curative dell’acqua di queste grotte. Si possono visitare queste grotte soltanto via mare, grazie ad apposite gite in barca di cui potrete chiedere presso gli enti turistici presenti a Santa Cesarea Terme.

Molte altre grotte, poi, caratterizzano l’intera area fino a Castro. Proprio qui si trova la grotta probabilmente più suggestiva di tutte grazie alla sua incredibile apertura sul mare, ma allo stesso tempo raggiungibile dai turisti direttamente via terra grazie a un corridoio che fiancheggia la costa realizzato soltanto nel dopoguerra. Si tratta della Grotta Zinzulusa, magnifico esempio di carsismo lungo la costa locale, capace di impressionare e lasciare a bocca aperta per la conformazione gigantesca di cui è dotata fin da quando compare alla vista dei visitatori. In realtà, poi, l’interno della grotta non è molto lungo e il percorso si addentra nelle viscere della terra solo per poco meno di duecento metri. Non troverete dunque il percorso chilometrico tipico di altre grotte pugliesi come quelle di Castellana, ma senza dubbio anche in quei duecento metri resterete affascinati dall’enormità delle stalattiti, da cui deriva il nome stesso della grotta: gli “zinzuli”, infatti, altro non sono che l’indicazione dialettale degli stessi. Al suo interno è presente anche un piccolo laghetto d’acqua dolce di origine antichissima già utilizzato dagli uomini primitivi per l’acqua. Per chi lo preferisce, anche questa grotta può essere raggiunta e ammirata via mare, dando un’altra prospettiva dall’esterno. Per visitarla all’interno, però, è necessario compiere il percorso via terra.

Sul litorale tra Santa Cesarea e Castro sono diffuse infine una serie di altre grotte raggiungibili soltanto via mare.  La più importante per il suo valore storico è la Grotta Romanelli, riportata alla luce solo all’inizio del Novecento dopo secoli di chiusura a causa di ammassi di terra che l’avevano nascosta, non è accessibile ai turisti ma ha restituito inestimabili tesori come esempi di graffiti di arte paleolitica e strumenti realizzati dalla razza umana estinta di Neanderthal.

Sempre attraverso apposite gite in barca, però, potrete raggiungere e visitare alcune altre grotte, tra le quali ricordiamo le più importanti: Grotta Azzurra, suggestiva per il colore dell’acqua molto intenso nella sua unica cavità marina, la Grotta delle Streghe, la cui forma rocciosa sembra disegnare mani femminili dalle lunghe unghie e da cui deriva il suo nome, le piccole grotte Rotundella e Ritunna ed altre ancora.

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Gli anfratti della costa di Santa Cesarea Terme. Foto Flickr by Pollobarca2, licenza CC BY-SA.